In questi giorni, si sono succeduti diversi comunicati dell’ANAPI Pesca che enfatizzano la possibilità di sottoscrivere accordi di cigs in deroga per la pesca, legandoli alla nascita di un CCNL sottoscritto da due associazioni, una in rappresentanza dei datori di lavoro, l’altra per i lavoratori. Associazioni lontane anni luce dal rappresentare anche una minima parte dei lavoratori e delle imprese e che attribuiscono al solo CCNL la discriminante per godere dei benefici legati agli ammortizzatori sociali, dimenticando che oltre ad un contratto nazionale, in Italia esistono delle leggi che devono essere modificate per far si che tale diritto sia riconosciuto ai soci lavoratori del settore della piccola pesca.
Per questo motivo, FLAI, FAI e Uila Pesca si stanno impegnando con le controparti imprenditoriali maggiormente rappresentative di tale settore, alla scrittura di un CCNL che rappresenti tutti i lavoratori e le imprese di pesca legate al mondo della cooperazione ma che necessita, per la sua piena applicazione, di una modifica all’ articolo 3 comma 2 bis della legge 142/l 2001 per rendere esigibili salari garantiti e, di conseguenza, un diritto, come quello della CIGS, che in maniera contraria sarebbe rifiutato dall’attuale normativa. Una modifica che porterebbe anche il mondo della cooperazione a ottenere quei benefici che oggi sono riconosciuti alle imprese e ai lavoratori che applicano il CCNL sottoscritto dal sindacato confederale agro- alimentare e della pesca e da Federpesca.
Per tutti questi motivi, FLAI, FAI e UILA PESCA esprimono il loro disappunto per una situazione che sta creando confusione tra lavoratori e imprese, in un momento, come quello attuale, dove è fondamentale attenersi a fatti concreti per avviare il settore verso quella modernizzazione indispensabile al suo rilancio.