SICUREZZA LAVORO. FLAI CGIL, BASTA MORTI TRA I LAVORATORI DELLA PESCA
Ancora nessuna risposta alle 15mila firme a sostegno dell’applicazione del T.U. 81
“I pescatori muoiono in mare, succede ancora oggi e nelle ultime settimane è successo con una ricorrenza che non possiamo ignorare, anzi, che le istituzioni non possono più seguitare ad ignorare”.
Lo dichiara Sara Palazzoli, Segretario Nazionale Flai Cgil. “A morire sul lavoro non sono i pescatori di Acitrezza raccontati da Verga ma lavoratori dell’anno 2014, lavoratori che svolgono mansioni pericolose in condizioni ambientali non facili, dove tanti e diversi sono i fattori di pericolosità. Ecco, per questi lavoratori anche la sicurezza sul lavoro è una sicurezza di Serie B: per loro, infatti, si attende ancora l’applicazione del Testo Unico 81 su salute e sicurezza. Da anni la Flai Cgil chiede di sanare questa grave lacuna, a settembre abbiamo consegnato alla Presidenza della Camera 15mila firme a sostegno di tale richiesta ma aspettiamo ancora risposte. Non vorremmo che, invece dell’emanazione dei decreti attuativi che estendano alla pesca le normative previste dal Testo Unico 81/2008, ci trovassimo di fronte alle semplificazioni del Jobs act, che ci sembrano andare nella direzione di ulteriore deregolamentazione e riduzione dei controlli. Gli incidenti mortali e gli infortuni di questi mesi confermano l’emergenza che vive il settore e denunciano una marginalità inaccettabile per quanto riguarda la sicurezza. Anche in vista della trattativa per il rinnovo del contratto della pesca – conclude Palazzoli – portiamo avanti un impegno comune su questo tema delicato e prioritario”.
Roma, 10 dicembre 2014