DICHIARAZIONE STAMPA
Le “semplificazioni burocratiche” che mettono in ginocchio i lavoratori. La FLAI CGIL di Rimini sta dando assistenza a più pescatori che stanno aspettando da oltre un anno le proprie indennità di malattia, o una qualunque risposta sul perchè non sia stata ancora pagata loro. Per questo da allora sono costretti a sopravvivere grazie all’aiuto di amici e parenti, arrivando a farsi staccare le utenze o a perdere la casa.
Ridotti alla disperazione per ritardi burocratici del nostro Stato!
Il mondo della pesca ha da sempre delle peculiarità, quali una burocrazia d’altri tempi che meriterebbe di essere analizzata e superata. Tra queste, in materia di normativa rivolta ai lavoratori dipendenti, che le indennità di malattia e infortunio siano pagate direttamente dall’Istituto. Esistono altri casi di pagamenti diretti delle indennità, e chi ci è capitato in mezzo sa che c’è da penare. Perchè se l’assenza di malattia o infortunio è lunga, e le indennità non arrivano alle normali scadenze di paga, si rischia di rimanere senza sostentamento per più mesi.
I pescatori ci avevano fatto il callo ad attendere 1 – 2 mesi per ricevere le proprie spettanze. E si tratta di soli 700 € al mese, ma sono quelli che ti traghettano alla ripresa del lavoro ed alla successiva paga. E se l’attesa si prolungava oltre questi 1 – 2 mesi, fino al 2012 si sapeva a chi rivolgersi e con qualche telefonata si risolvevano i problemi.
La frenesia di razionalizzare e semplificare gli Enti nata negli ultimi anni, se dubitiamo che abbia procurato risparmi alle casse dello Stato, siamo sicuri che stia provocando dei drammi umani ad alcuni lavoratori.
Infatti nella pesca la razionalizzazione è partita nel 2010 con la soppressione dell’IPSEMA, l’Istituto che da Trieste si occupava di infortuni e malattie dei pescatori della costa nord-adriatica. Queste competenze sono state trasferite all’INAIL di Trieste.
Poi si accorsero che era improprio che l’INAIL si occupasse delle pratiche di malattia, che vennero quindi trasferite all’INPS(sempre di Trieste) dal 2014. Poi, finalmente, si accorsero che non era necessario che l’INPS di Trieste si occupasse di tutto il nord-adriatico, e dal 2015 individuarono una sede INPS delegata in ogni regione(per l’Emilia-Romagna è Ferrara). Chissà se in futuro ci si accorgerà che tali pratiche potrebbe gestirle ogni INPS ed INAIL provinciale, come avviene per i lavoratori di tutti gli altri settori. Consentendo così anche ai lavoratori della pesca di relazionarsi con dell’Istituto più vicina alla propria residenza.
In tutti questi passaggi di competenze e di sede, abbiamo assistito a pescatori che non sapevano più dove inviare i certificati medici, e sedi INPS ed INAIL che si spedivano certificati tra i due capi d’Italia. In tutta questa confusione, come spesso accade, quelli che ne pagavano(e continuano a pagarne) le conseguenze erano i più deboli: nel nostro caso i pescatori di Rimini che stanno attendendo da mesi anche solo una risposta dall’INPS di Napoli(si, perchè se la ditta è registrata a Napoli, anche se opera a Rimini, ci si deve rivolgere a tale sede anche se è a 600 km di distanza!).
Il tocco di classe che si aggiunge a tutta questa confusione è stata l’introduzione del cassetto previdenziale personale e del numero di telefono centralizzato. C’è inanzitutto da dire che una parte dei lavoratori non sono in grado di, o non hanno gli strumenti informatici per, accedere via internet al cassetto previdenziale INPS: in questo caso non sarebbe comunque valso a niente, perchè le informazioni che riguardano i pescatori spesso non sono registrate neppure lì. Se poi si prova con la telefonata, pur mettendoci tutta la pazienza necessaria a farsi rimpallare tra voci elettroniche e comandi vocali che ti portano a spasso per tempi lunghissimi, se si riesce a non prendersela con le povere operatrici di call center che fanno del loro meglio per dare una qualche risposta su materie sulle quali non sono state preparate, ci si sente consigliare di rivolgersi di persona alla propria sede INPS, ripartendo così da dove era iniziato il circolo vizioso(ricordiamo che la propria sede INPS per i pescatori non è quella di Rimini, ma nella migliore delle ipotesi quella di Ferrara o, come sta capitando, quella di Napoli).
Tornando ai nostri pescatori, ora si vedono costretti a rivolgersi al giudice perchè, oltretutto, in mancanza di un ricorso legale i crediti INPS si prescriverebbero passato un solo anno. Ma questa parte preferiremmo non raccontarla, nel dubbio che a qualcuno possa venire in mente di razionalizzare ulteriormente e trovare i risparmi proprio in questo modo: attendendo oltre un anno senza farsi trovare, l’indennità di malattia non spetta più. Pensate che risparmio per le casse dell’INPS!!! Peccato che sarebbe fatto sulle spalle dei più deboli: persone economicamente dipendenti da queste indennità, e per di più ammalate.
Ci dispiace per quel qualcuno, ma in questo caso arriveremo anche ad intentare causa all’INPS pur di avere una risposta e le indennità spettanti ai nostri assistiti.
L’unico timore che abbiamo è che, dovendo attendere ulteriormente l’esito della causa, siano proprio coloro che stanno subendo questa ingiustizia a pagarla ulteriormente compiendo qualche gesto sconsiderato, come a volte hanno minacciato di fare.
Anche per non rischiare questo, invitiamo l’INPS nazionale a farsi carico di questi e quanti altri lavoratori sono da tempo in attesa di ricevere una risposta, e ad adempiere ai propri compiti istituzionali.
Marco Rinaldi – FLAI CGIL pesca E.R.