Pucillo: “Non è la prima volta che veniamo citati come soggetti informati quando in realtà non siamo mai stati interpellati”
“Apprendiamo con stupore che il Masaf nella giornata di ieri ha deciso, su richiesta delle parti datoriali, di prolungare le giornate in deroga per l’attività di pesca aggiungendo il 24 e il 31 dicembre – denuncia Antonio Pucillo, capo dipartimento pesca Flai Cgil – Questo significa che rispetto a quanto stabilito dal decreto direttoriale del 25/5/23, che scaturiva da un accordo sindacale sottoscritto tra le parti che rappresentano questo settore, i lavoratori della pesca oggi sapranno che devono lavorare anche a ridosso di Natale e Capodanno, senza che nessuno abbia chiesto la loro opinione”. A differenza di quanto viene indicato, la Flai non ha mai dato parere favorevole a questa decisione, né mai avrebbe potuto farlo in quanto non è stata interpellata dal ministero, così come non è stata interpellata questa estate quando con lo stesso metodo sono state autorizzate altre giornate in deroga. “Chi ha autorizzato il ministero a citarci?”, si interroga retoricamente Pucillo. “E non è neppure la prima volta che veniamo citati come soggetti informati quando nella realtà questo non è mai accaduto – aggiunge il capo dipartimento pesca della Flai Cgil – vedi i decreti sul granchio blu sui quali avremmo potuto dare un contributo se fossimo stati convocati. Eppure di cose ne avremmo da dire, cominciando dal mancato riconoscimento della Cisa pesca, che di sicuro potrebbe aiutare un settore importante e in crisi. Invece da anni non se ne parla, si pensa di risolvere il problema pescando a Natale e Capodanno”. Inoltre, esiste o no un problema legato alla distruzione delle vongole da parte del granchi blu? Perché se da una parte si danno ristori alle imprese perché non ci sono più vongole da pescare, dall’altra si danno più giorni per pescarle? Delle due l’una, la contraddizione è evidente. “Ristori unicamente alle imprese – precisa Pucillo – senza tenere in minima considerazione che su quelle barche ci sono lavoratori in carne e ossa, che per il sistema di retribuzione in uso nel settore soffrono le stesse traversie del proprio datore di lavoro. O le migliaia di partite iva del Delta del Po, che ancora non hanno visto un centesimo di aiuto: lavoratori, famiglie imprese che per l’invasione del granchio blu stanno perdendo tutto”. La Flai Cgil chiede quindi al ministero di “rettificare quanto scritto perché noi non abbiamo dato alcun parere favorevole, a meno che il ministero non dimostri di avere una nostra richiesta firmata. E a questo punto, vista la decisione assunta unilateralmente, di informare almeno i lavoratori, farci dare il relativo mandato e soprattutto far sapere anche entro quando dovranno recuperare la giornata di lavoro, termine che non viene indicato, e verificare che avvenga realmente”.